Nuoto: a che età cominciare e come

nuoto bambini

Il nuoto è uno sport graduale e che aumenta la nostra autostima. Esso ci aiuta a conoscere il nostro corpo e i nostri limiti e anche a entrare in contatto con gli altri e con l’ambiente che ci circonda. Ma quando iniziare a praticarlo?

Nuoto: di che disciplina si tratta?

Il nuoto è una disciplina sportiva molto conosciuta anche a livello agonistico. Si tratta di uno spor molto praticato e molto preso in considerazione soprattutto per lo sviluppo dei muscoli della parte superiore del corpo. Molti nuotatori famosi nel mondo hanno raggiunto vette straordinarie praticando questo sport e hanno dimostrato a tutti come anche in questa disciplina serve costanza e perseveranza.

Si tratta di una disciplina graduale e suddivisa in varie categorie: in base alla propria bravura e alla propria sicurezza al contatto con l’acqua e le vasche si può passare al livello successivo. La prima fase del nuoto è quella che si fa quando si inizia quindi a prendere confidenza con l’acqua e con l’imparare a nuotare.

In genere viene insegnato a nuotare in vari stili, come a rana e a cagnolino, che si portano avanti nel tempo. Successivamente si passa a nuotare a dorso: questo tipo di nuoto è nettamente più difficile rispetto agli altri. In relazione poi alla propria bravura o meno si passa a fare i tuffi e si può entrare in squadre agonistiche.

A che età cominciare?

Il nuoto è uno sport suddiviso in vari livelli e ha varie difficoltà. Proprio per questo si pensa che prima lo si inizia e meglio sarà per il nuotatore stesso. Dobbiamo ricordare che l’acqua è un elemento cardine per l’essere umano e che sin da neonato ci approcciamo a nuotare. Il neonato quindi è predisposto al nuoto sin da molto piccolo.

Esso va portato avanti con dei piccoli accorgimenti proprio perché il bambino piccolo ha bisogno di cure e di temperature costanti sia dentro sia fuori dalle vasche. L’età consigliata per iniziare il nuoto è quella di uno o due anni, ma è comunque possibile avvicinare il neonato al nuoto già dai primi mesi di vita.

La cosa fondamentale è comunque aspettare il compimento dei sei mesi di vita: così facendo il bambino è libero di muoversi nello spazio circostante proprio perché è in grado di relazionarsi all’ambiente che lo circonda in libertà. La vista in questo frangente poi si affina e il bambino inizia a vedere non solo le luci e le ombre dei primi mesi di vita ma anche i vari colori.

Come iniziare a praticare questo sport?

L’inizio di qualsiasi sport è sempre difficile e rapportarsi ad esso ha comunque bisogno di varie regole e divieti. Anche per quel che riguarda lo sport bisogna insegnare al bambino tutta una serie di regole per avvicinarsi ad esso. Si inizia principalmente dalle più banali come la cuffia per i capelli quando si nuota in vasca o l’uso delle ciabatte quando si entra e esce, alle più importanti, come si entra in vasca dalla zona in cui si tocca e poi si va nelle zone dove l’acqua è più profonda.

In linea generale quando i bambini sono piuttosto piccoli poi si danno tutta una serie di aiuti nel nuoto come i braccioli che danno la sicurezza fondamentale per imparare a nuotare. Ci sono anche tutta una serie di tavolette galleggianti per i bambini più grandi.

Per praticare questo sport poi si deve ricordare che si può nuotare, se si è principianti, solo se affiancati dall’allenatore. IL suo compito è fondamentale perché egli accorre in nostro aiuto in caso di bisogno. Si procede poi insegnando che in caso di pericolo il bagnino, solo lui, usa il fischietto.

Praticare il nuoto significa intraprendere uno sport che ha bisogno di molti sforzi fisici per essere imparato: si deve ricordare quindi di praticarlo massimo tre volte alla settimana e per una durata massima di un’ora per giorno.

Iniziare a fare nuoto può significare che partiremo da soli ma che alla fine saremo circondati da persone, o da una squadra, che diventerà un tutt’uno con la nostra personalità. Si deve inoltre imparare che nel nuoto si aiuta l’altro quando è in difficoltà, ma sempre nei limiti della persona e di quelli dell’altro.

Perché praticarlo: i benefici del nuoto

Praticare nuoto sin dalla tenera età vuol dire cimentarsi in uno sport che aiuta l’individuo e il suo organismo in tutto. Nuotando si possono infatti stabilire tutta una serie di equilibri interni che si vanno a fondere con la sfera emotiva ed interiore dell’individuo che riesce comunque a ritagliarsi del tempo per sé stesso.

A livello fisico il nuoto va a giovare su tutti i muscoli del corpo e in maniera principale su quelli delle braccia e sull’addome creando il fisico da nuotatore. Si può dire che si pratica attività fisica costante e anche che il nuoto aiuti a calmare i nervi. Se per molti il fondo di una piscina comunale viene percepito come qualcosa di noioso e monotono, per i nuotatori e gli appassionati di questo sport si crea una leggiadra fusione con l’acqua e con tutto quello che essa può nasconderci.

Fissare il fondo della vasca può infatti essere utile per riflettere sulle proprie vicissitudini personali in maniera calma e tranquilla. I benefici del nuoto non si vedono però solo per il nuotatore nel suo singolo. Il più delle volte si percepiscono di più quando si parla di squadra. Il nuoto è uno sport che insegna molto il fare squadra e il prendersi cura dell’altro proprio perché esso crea molta empatia tra i nuotatori. Al tempo stesso si tratta di uno sport che rafforza molto l’autostima delle persone.

Quando il nuotatore fa una gara, di qualsiasi genere essa sia, si trova a superare i propri limiti e a raggiungere nuovi obbiettivi e superare così tutti gli altri nuotatori. Apprezzare il proprio lavoro e la propria sicurezza nel farlo aiuta il nuotatore a accrescere il proprio self control in modo pazzesco.

Dunque si può affermare facilmente che il nuoto sia uno sport che da molti benefici a livello personale e sociale all’individuo che lo pratica. Se poi viene praticato fin dall’infanzia esso crea una sinergia e un’empatia unica con gli altri, come nessun altro sport.

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